sabato 14 aprile 2012

dei beluga e delle piastrelle

quando la sera prima ti fanno incazzare, la sera dopo ti rimangono gli strascichi. e quando ti rimangono gli strascichi non è bello. perchè l'essere incazzati ti fa sentire partecipe, l'essere incazzati è qualcosa di spontaneo, diretto, che va dritto al punto e quando t'arriva uno smataflone lo senti, cribbio. lo strascico no, lo strascico è subdolo: rimane lì, silenzioso ma potente, e ti turba la serata successiva. serata durante la quale persino bruciarti le dita con una sigaretta e appoggiare l'arto dolorante su una piastrella di almeno trecento anni riccamente decorata a mano sembra essere un'occupazione più divertente. e tu ti smaroni. eccome se ti smaroni, con lo strascico dalla sera prima. non ne hai proprio mezza. ma mentre sei lì che stai per dire "vecchio, facciamo che siamo a posto così" arriva lui. il beluga assassino col cappellino. anche il beluga è subdolo: si insinua, ti fa gli ultrasuoni, ti dice "che bello anche tu stai imparando a parlare la mia lingua, nessuno la vuole imparare. si vede che sei un po' beluga" si, ho un animo un sacco beluga. e poi iniziate a nuotare insieme, è bello, ma tu stai perdendo l'autobus per andare a casa. e la sera dopo è tutta un'altra cosa, se ci sono delle nuove femmine nel branco. però poi arriva lui e con gli ultrasuoni ti dice: "tu non rimarrai mai da sola". 

ma tu non capisci più gli ultrasuoni, e la pianti lì. il giorno dopo ti svegli, colleghi tutti i pezzi del puzzle ma ormai è troppo tardi. il beluga è migrato verso altre acque, altri oceani. del beluga ormai ti rimarrà solo una calamita della città della scienza di valencia sul frigo. a fianco a quella dell'azulejos. e tu sei una pessima biologa marina.

so che sembra assurdo ma non è un mio delirio zoofilo, lo giuro.