venerdì 25 agosto 2017

what if I take my problems to the United Nations? ovvero di come imparai ad amare il disagio

allora credo che ora come ora la mia vita possa essere riassunta dalla mia posizione attuale ovvero:

seduta su una panchina di legno in un parchetto abbandonato con aiuole di cemento tipico di quelle desolate aree residenziali anni 70 con i bambini che urlano e giocano nonostante i 38 gradi percepiti mentre all'ufficio a cui sono venuta a fare domanda di tirocinio non si vede anima viva e io sono qui tutta vestita bene con lo zaino col pigiama e lo spazzolino da denti a sudare come un bove mentre sento il trucco colare e devo pure fare pipì 

credo di aver fornito una descrizione abbastanza completa

ah no, quasi dimenticavo:

JUVE MERDA 

lunedì 3 luglio 2017

B.

il rumore dei miei passi si spande per tutto il portico, uno di quelli ricostruiti in cemento armato con i pavimenti di marmo in piena fase bruttura edilizia del dopoguerra. ci sono almeno 30 gradi e sudo sgraziatamente come solo chi nasce col dono della goffaggine può sudare, mentre mi specchio nelle vetrine dei negozi, li passo in rassegna e li recito in fila nella mia memoria: negozio di scarpe-latteria-specialità siciliane-merceria-scalini di casa.

entro nel cortile interno, profumo di pini e di ragù.
si sposano bene, penso scaricando le sportine della spesa. 

spalmata sul letto con le finestre aperte, si sente solo il cantare delle cicale da fuori e una canzone nel mio stereo che fa più o meno così 





hai visto com'è strana la città?

giovedì 23 febbraio 2017

NEWS DA BERLINO

-appena arrivata in casa alle 11 del mattino mi hanno offerto un cicchetto di jägermeister, apostrofata da un "welcome to berlin!". grazie, mi serviva

-la mia padrona di casa è una tipa che studia antropologia visuale e fa spesa solo al mercato bio con la sua bici da corsa di seconda mano

-siccome devo integrarmi sono andata anch'io al negozio bio, uscendo poco dopo il negozianteeeeh mi insegue urlandomi NEUNUNDNEUNZIG LUFTBALLONS!!!!!1!1! e io penso già alle notti passate in carcere a moabit come tutti i berlinesi ardecòre che si rispettino quando timidamente gli chiedo se parla inglese, lui sfodera un sorriso a 99 denti e mi dice: "no, mi chiedevo solo se avevi bisogno di qualcosa!" "mah, veramente sono nuova di qui, davo solo un'occhiata, magari ripasso..." "ah davvero?" e poi, sull'uscio, col grembiule e in pieno stile disney: "WELCOME TO THE HOOD" uccellini che fischiettano, scoiattoli, arcobaleni e coreografia di gruppo con barboni, ciclisti, passanti e operatori della nettezza urbana

-sono andata a fare yoga in un tempio con un buddha d'oro massiccio alto 2 metri, sarà stato 200 chili, lezione stupenda ma spero che ora il mio karma sia almeno un po' più leggero di quel buddha


-prima conversazione di senso compiuto in lingua germanica: HALLO HAS DU EINE ZIGARETTE FUR MICH? JA BITTE!
esplosioni alle mie spalle, sguardo fiero, cool guys don't look at explosions 


-la prossima settimana comincio il corso di tedesco, vi autorizzo a ribattezzarmi "Giovanni Trapattoni" per almeno un mese. state tunati