lunedì 10 dicembre 2012

poesia per ragazzo refrattario

e poi arrivi tu, all'improvviso,
con una sorta di aura di quelle che puoi aggiungere con photoshop
solo che tu ce l'hai vera

mi guardi
con occhio blu truce
che si scontra col mio nero pece
e insieme fanno la pace
ma anche la brace
perché é qualcosa di caldissimo che si sviluppa nel mio torace
nei miei arti inferiori
nei miei bulbi oculari
ho una capriola nel cuore adesso
e come faccio a rimanere seria?

* van ** ti chiami
* come * dei velvet underground
** come quel personaggio dei peanuts
e quel gruppo post-rock anni '90
quella bisbetica innamorata persa di schroeder che non si caga mai nessuno
che sia forse un segno?


occhidibragia ***
ti amo
non lo capisci che ti amo?
quando ti guardo
quando mi chiedi "mi dai le chiavi per favore?"
quando mi guardi
e mi congeli e mi dai fuoco nello stesso momento
e io collasso
e penso
"devorimanereseriadevorimanereseria"
ma come puoi rimanere seria mentre ti sciogli?
occhidibragia ***
ti amo da quando ti ho visto per la prima volta
e ti amo ancora di piú da quando ti ho visto per la seconda volta
e ho scoperto che hai un nome bellissimo
e una maglietta di un controverso personaggio americano ma non sei gay (spero).
van dijk sposiamoci
cosí posso assumere il tuo cognome
e farmi chiamare valentina ***
e posso firmare "v.v."
oppure anche tutto intero
valentina ***
che figa sarei?
*** darei qualsiasi cosa per svegliarmi con te
fare la spesa con te
buttare il rusco con te
fare la cacca con te
come dice guido catalano
ti amerei anche se puzzassi
ma non se ti tagliassi la barba
se ti tagli la barba non ti amo piú
(e invece ti amerei lo stesso come una babba)
*** last night i dreamt that you loved me
ma probabilmente anche tu stai con una cinegra dai tempi del liceo
e io che sto qui a guardarti dall'ufficio
mi sparo mille viaggi sul nostro futuro assieme
e sui nostri figli, tutti maschi, tutti biondi e tutti belli come te
che parlano italiano come me
ma sono hipster come noi due insieme.
*** la prossima volta che ti presenti in ufficio
visto che lo fai sempre in giorni ed orari non programmabili
mi coglierai di sorpresa mentre mangio il panino
o con una foglia di insalata tra i denti
e penserai che sono ributtante, sono una stalker, una pervertita
la veritá é che non posso amarti come vorrei
e sto male.

giovedì 22 novembre 2012

notti bianche. (ovvero l'insonnia tradotta male in italiano)

é stato un giorno o una settimana?
quando i miei occhi iniziano a chiudersi 
io cammino nel sonno
vivendo in uno stato intermedio
i segni cominciano a rivelarsi
vedo gli occhi nel buio
come brillano
come brillano

questi sogni
sotto al mio cuscino 
nel crepuscolo 
di queste notti bianche
questi sogni
sotto al mio cuscino 
nel crepuscolo 
di queste notti bianche

qualcosa sta per nascere
c'é un'irrequietezza in me
mi tiene sveglia fino all'alba
non c'é silenzio
continueró a seguire le sirene
non c'é silenzio
continueró a seguire le sirene


questi sogni
sotto al mio cuscino 
nel crepuscolo 
di queste notti bianche
questi sogni
sotto al mio cuscino 
nel crepuscolo di queste notti bianche

 

martedì 13 novembre 2012

la spirale del WHAT THE FUCK gigante

cosa ne sarà di me, che non so nemmeno crackare photoshop?
cosa ne sarà di me, che photoshop non lo so nemmeno usare?
cosa ne sarà di me, che non c'ho mezza voglia di scrivere sta tesi e sono tutta presa dal mio tran-tran quotidiano in versione olandese, casa-bici-università?

oggi è una giornata no:
no photoshop
no libro per la tesi (disperso in un negozio di bici sul karnemelkstraat)
di conseguenza, no tesi
no laurea
no achievements
no swag.

che poi la mia vita dipende da questo no? potrei imbarcarmi nella spirale master-relazione-lavoro-famiglia-figli e invece no.
mi imbarco nella spirale del WHAT THE FUCK  gigante.
preferivo la prima opzione.
un master in qualcosa di alternativo ma non troppo.
un lavoro alternativo ma non troppo.
un ragazzo alternativo ma non troppo.
due figli, un maschio e una femmina.
e invecchiare così.

lo so che tutto questo dipende dal non sapere usare photoshop (e tantomeno crackarlo). 

martedì 9 ottobre 2012

cioé anche il sito di blogspot é in olandese e gli accenti sono sfasati

oggi non ce la faccio.
non ce la fa nemmeno il mio capo, che chiameremo michele².
non ce la fanno i miei estrogeni che stanno avendo sbalzi paurosi, cosi' come il mio sistema nervoso (poverino), la mia padrona di casa, e il mio cervello. che e' sempre stato convinto che abitassi al 73 di via diga di Bali e invece e' il 75.
e ovviamente e' l'indirizzo che ho dato alla banca.
e ovviamente e' sbagliato. 
e ovviamente devono mandarmi la carta e il pin.
spero che il vicino di casa non sia un pericoloso gangster e metta le lettere nella mia buchetta come da lui promesso.
anche se per ora nel mio conto olandese non c'é un fleuro.
poi arrivano gli sbarbi, mi chiedono "ma in questa telecamera ci va la SD? e se io volessi un altro tripod?* e se io volessi collegare un microfono che si attacca al mac e poi metterci una telecamera e un tripod? e ce l'hai l'extension? e le cuffie? e poi voglio prenotare dell'attrezzatura" ma é inutile che gli dici che lo devono fare online, da quell'orecchio non ci sentono e appena mi chiedono qualcosa un po' fuori dal seminato vado nel panico.

michele² mi dispiace ma ti é capitata una stagista disastrosa.

non so perché ma ultimamente quando sono in ufficio ascolto sempre l'uomo piú alto sulla faccia della terra.


domenica 23 settembre 2012

quell'ostello a stationplein,1

ci dovrebbero essere 4 ragazzi ma nei loro letti ne ho visti solo 3. uno è brasiliano e nonostante le temperature decisamente non tropicali dorme a torso nudo. uno si chiama rino, mi ha detto che viene dalla cambogia ma secondo la ragazza che lavora qui dovrebbe essere tedesco. sono gli unici due con cui ho parlato. un altro, credo tedesco anche lui, stamattina è sceso, si è messo ad ascoltare musica classica e dopo un po' ha messo su la colonna sonora di eyes wide shut. intorno a quello che una volta doveva essere il camino di un'antica casa nobiliare olandese, vi sono tre giovani virgulti di nazionalità miste che di tanto in tanto emettono versi di disappunto o esaltazione a seconda del punteggio della propria squadra di calcio su un non ben specificato videogioco per una non ben specificata consolle. al momento, l'attenzione è catturata da una puntata di south park con sottotitoli olandesi. alla mia destra, due ragazzi dall'idioma incomprensibile sono assorbiti completamente dal loro computer e di tanto in tanto starnutiscono o si alzano per prendere qualcosa dal frigorifero (stracolmo di roba maleodorante) facendo ondeggiare la bionda chioma.

quando sono andata all'albert heijn per fare un po' di spesa, sono rimasta 10 minuti immobile a fissare l'espositore del pane. 10 minuti immobile a fissare il frigo con il vla nel reparto latticini. 10 minuti immobile a fissare tutte le varietà di hagelslag nel reparto dolci. fare la spesa non è mai stato così divertente.

venerdì 27 luglio 2012

il giorno in cui capii di avere gusti economici

fu così che mio padre, alle soglie del mio ormai  ventitreesimo compleanno, decise di andare in profumeria e di pronunciare la dolce, ma fatale frase "SCEGLI TU. pago io".
qualsiasi altra persona, al suono di quelle parole, si sarebbe probabilmente data alla pazza gioia e avrebbe svaligiato il negozio riempiendosi di smalti, smaltini, ombretti e puttanate varie.
io no.

io sono andata in crisi.

mercoledì 18 luglio 2012

urla a caso

se in questo momento il mio utero potesse parlare urlerebbe e vi manderebbe tutti quanti a quel paese.
alcuni più di altri.

lunedì 18 giugno 2012

le grandi verità del 2012.


le grandi verità del 2012:
-ho perso il senso della mia vita nell'esatto momento in cui ho smesso di mangiare il gelato al pistacchio.
-i professori possono essere simpaticissimi, ma stronzi. (anche se la sapevo già)
-chiudersi un mese e mezzo in casa, A VOLTE, può servire.
-patrick wolf è l'uomo più affascinante, più romantico, più eccentrico, più stiloso,  più struggente e più gay in cui potrò mai imbattermi. e io lo amo.

 

questa canzone e l'intreccio con il racconto e la vita di virginia woolf, il suicidio, la sua paura della guerra.
è come se tentasse di salvarla.

oh! i was living on borrowed time in a 
borrowed house for a borrowed crime.
in need of help i came to your door. 
(...)
"build your castle, stop collecting stones 
and the river bed shall not be your home" 
to the lighthouse my friend! 
I bless your words and education 
to the lighthouse my friend. 
just go! just go! 
to the lighthouse my friend. 
I am sorry that you came to find 
"great great minds 
against themselves conspire".


(e anche stavolta un post che poteva essere allegro è stato smorzato sul nascere)





sabato 14 aprile 2012

dei beluga e delle piastrelle

quando la sera prima ti fanno incazzare, la sera dopo ti rimangono gli strascichi. e quando ti rimangono gli strascichi non è bello. perchè l'essere incazzati ti fa sentire partecipe, l'essere incazzati è qualcosa di spontaneo, diretto, che va dritto al punto e quando t'arriva uno smataflone lo senti, cribbio. lo strascico no, lo strascico è subdolo: rimane lì, silenzioso ma potente, e ti turba la serata successiva. serata durante la quale persino bruciarti le dita con una sigaretta e appoggiare l'arto dolorante su una piastrella di almeno trecento anni riccamente decorata a mano sembra essere un'occupazione più divertente. e tu ti smaroni. eccome se ti smaroni, con lo strascico dalla sera prima. non ne hai proprio mezza. ma mentre sei lì che stai per dire "vecchio, facciamo che siamo a posto così" arriva lui. il beluga assassino col cappellino. anche il beluga è subdolo: si insinua, ti fa gli ultrasuoni, ti dice "che bello anche tu stai imparando a parlare la mia lingua, nessuno la vuole imparare. si vede che sei un po' beluga" si, ho un animo un sacco beluga. e poi iniziate a nuotare insieme, è bello, ma tu stai perdendo l'autobus per andare a casa. e la sera dopo è tutta un'altra cosa, se ci sono delle nuove femmine nel branco. però poi arriva lui e con gli ultrasuoni ti dice: "tu non rimarrai mai da sola". 

ma tu non capisci più gli ultrasuoni, e la pianti lì. il giorno dopo ti svegli, colleghi tutti i pezzi del puzzle ma ormai è troppo tardi. il beluga è migrato verso altre acque, altri oceani. del beluga ormai ti rimarrà solo una calamita della città della scienza di valencia sul frigo. a fianco a quella dell'azulejos. e tu sei una pessima biologa marina.

so che sembra assurdo ma non è un mio delirio zoofilo, lo giuro.

lunedì 5 marzo 2012

esercitazioni di statistica.

c'è che mi tira il culo, spesso, tanto, a sorpresa. e stamattina, ahimè, mi sono svegliata e mi tirava il culo. cazzi e mazzi sono, oh signore nell'alto dei cieli, per chi mi becca presa male al mattino subito con le esercitazioni di statistica da andare a seguire e un ritardo cumulato (ah! dolore!) di almeno minuti 25. cose che il quarto d'ora accademico non mi salverà mai. e quindi l'unica è che ti vesti alla bell'e meglio, alzi il culo (perchè anche in questo caso di culo si parla), mangi i tuoi cereali dietetici ai frutti rossi che sai già non ti aiuteranno mai a perdere peso ma perlomeno non ti senti in colpa quando te ne abboffi, ti lavi i denti, raccogli la tua voglia di vivere (sparsa un po' ovunque come i tuoi appunti sulla mediana), ti infili la giacca ed esci.

sabato 18 febbraio 2012

quicksand. che strana parola

è proprio quando cammini di sera e hai freddo che ripensi a tutto. che è passato un anno, e che un anno fa ti stavi disperando e non capivi un cazzo e andavi dove capitava. e soprattutto mai avresti immaginato che saresti stata allo stesso punto di prima, che ti saresti impantanata come una cretina e che saresti caduta nelle sabbie mobili. perchè è li che mi sembra di stare. e più ti muovi più è peggio.

martedì 31 gennaio 2012

slapen.

ah, che bello il rumore di millemila scartoffie e libelli che si accumulano come grattacieli polverosi sulla mia scrivania! che bello il mischiarsi di testi sacri della scienza politica, volantini di concerti di gruppi rap nederlandesi, polaroid e pacchetti di sigarette vuoti sopra al mio desco. che bella l'ansia, che bello il postporre, e com'è magnifica l'atmosfera di tensione e insoddisfazione generata dal mancato raggiungimento degli obiettivi. ma soprattutto: quant'è bello il rifugiarsi al di sotto di un caldo plaid a quadrettoni ikea, sul divano comodo, con fuori la neve e dentro il disagio, affrontando i problemi dormendo.

lunedì 16 gennaio 2012

() era anche il titolo di un album dei sigur ros. bello quasi quanto questo post, certo.

non è giusto che tu mi stia così pressando l'anima (quando nemmeno in realtà lo fai, sono io che mi sto autopressando per causa tua-quindi sloggia) (no, dai) (sì invece) (ma si sta così bene nel tuo giaccone gigante) (lo so però devi andartene o ti farai del male) (ok. ciao) (eh, mi manchi) (mo' so cazzi tuoi).